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prima di tuttoGender, l’unica “favola” che non esiste

Sabato 5 settembre ore 21 al Padova Pride Village 

Con Marco Simon Puccioni e Giampietro Preziosa – regista e produttore del documentario “Prima di tutto”
Alessandra Moretti – capogruppo del Pd in Regione Veneto
Alessandro Zan – parlamentare
Saranno a disposizione del pubblico alcuni dei 49 libri censurati dal comune di Venezia.

Alle 22 ci sarà la proiezione del documentario “Prima di tutto” di Marco Simon Puccioni.

PRIMA DI TUTTO racconta della formazione di una famiglia, finendo per indagare sul senso più generale della genitorialità nella sua essenza, a prescindere da orientamento sessuale, leggi, fedi politiche o religiose.

Il loro viaggio iniziato più di tre anni prima, è raccontato in prima persona da Marco Simon Puccioni, un regista e autore riconosciuto dai maggiori festival di cinema internazionali, che decide di affrontare questa esperienza di vita così particolare come narratore-protagonista e compagno di un altro uomo, Giampietro Preziosa, con cui ha deciso di intraprendere il lungo ed emozionante viaggio che li porterà a diventare prima padri in California e poi a vivere in Italia come famiglia omogenitoriale.

Ancora oggi, contrariamente alla maggior parte dell’Europa e nonostante diverse sentenze della magistratura, in Italia le famiglie omosessuali non sono riconosciute e non hanno quindi gli stessi diritti civili di altre famiglie.

Con mente aperta il documentario esplora i momenti gioiosi, le difficoltà, le speranze, la creazione di relazioni e amicizie, le parentele incrociate e allargate e il grande cambiamento di sé che la scelta di formare una famiglia ha apportato, non solo nella vita di Marco e Giampietro, ma anche nelle varie componenti della società che si sono confrontate con questa nuova realtà.

PRIMA DI TUTTO raccontando della formazione di una famiglia, finisce per indagare sul senso più generale della genitorialità nella sua essenza, a prescindere da orientamento sessuale, leggi, fedi politiche o religiose.

Su PRIMA DI TUTTO Marco Simon Puccioni dice: “Sei anni fa, dopo un lungo periodo di riflessione, io e il mio compagno abbiamo deciso che potevamo diventare genitori, pur sapendo che la genitorialità delle persone omosessuali, frutto di una serie di recenti conquiste sociali e mediche, sfida molti luoghi comuni che la rendono ancora complessa da comprendere e accettare.

Diventare genitori da coppia gay è un percorso nuovo, per alcuni anche sbagliato e “contro natura”, ma, nella realtà della nostra esperienza, ricco di umanità e ovviamente, di vita.

E’ stato grazie ad un altro festival gay, l’Outfest di Los Angeles, che nel 2007, invitato con il mio film “Riparo” , sono entrato in contatto con le prime famiglie omogenitoriali californiane e ho iniziato ad accettare l’idea che essere gay e genitore non era né ingiusta, né impossibile. Vedere figli di due papà felici e pieni di vita mi ha fatto prendere in considerazione, prima per me impensabile, la strada della gestazione per altri. L’Italia infatti sbarra la strada dell’adozione né ai singles, né alle coppie gay, e la gestazione per altri (purché fatta in paese che garantisca la dignità e la libera scelta della donna), ci è sembrata l’unica opzione possibile per diventare genitore in un modo “onesto” rispetto alla nostra situazione affettiva.

Il documentario sulla mia famiglia è un work in progress su cui sto ancora lavorando e che una volta completato si intitolerà “My journey to meet you”.

“Prima di tutto” , la versione breve che porto al TGLFF, inizia dopo la nostra decisione di diventare genitori e segue il percorso da pochi mesi prima della nascita dei nostri figli fino a poco dopo il loro secondo compleanno. Affronta quindi, sia il modo in cui siamo diventati genitori, sia, in parte la nostra esperienza di famiglia omogenitoriale nel contesto italiano.

Quello che spero traspaia dal nostro racconto è l’affetto che abbiamo incontrato da parte delle famiglie americane che ci hanno aiutato a realizzare il nostro sogno, così come quello di amici e parenti che con la nascita dei nostri figli si sono sentiti più vicini a noi.

In un contesto che dal punto di vista legislativo è indifferente se non ostile al nostro tipo di famiglia, questo documentario nasce dall’esigenza di preparare il mondo ad accogliere i nostri figli e per loro raccontare una storia di cui possano essere consapevoli e orgogliosi”.

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