50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini

50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini: oggi ricorrono i 50 anni dalla tragica morte di Pasolini a Ostia. Una “storia sbagliata” che ancora oggi ci interroga.

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Oggi ricorrono i 50 anni dalla tragica morte di Pasolini a Ostia. Una “storia sbagliata” che ancora oggi ci interroga.

Pur avendo avuto un rapporto conflittuale con i movimenti di liberazione dell’epoca, resta una figura centrale nella storia LGBTQIA+ italiana, sia per la sua vita che per la sua morte.

Coming out e violenza omofobica

Dichiaratamente omosessuale, Pasolini fu vittima di odio e discriminazione per tutta la vita, in particolare da parte della stampa reazionaria. 

Giornali come Il Borghese, lo dileggiarono costantemente per la sua identità e le sue frequentazioni dei ragazzi di vita nei battuage, arrivando a coniare il termine “Pasolinide” come sinonimo di fr*cio.

Cinema e rivoluzione sessuale

Pasolini è stato uno dei protagonisti della rivoluzione sessuale italiana, portando sullo schermo corpi, desideri e vissuti spesso invisibili. 

Emblematico il suo Comizi d’amore in cui ha esplorato apertamente la sessualità e il desiderio, mostrando i cambiamenti dei costumi in un’Italia in transizione tra repressione e curiosità.

Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini 
Bologna, 5 marzo 1922
 Ostia, 2 novembre 1975

Sessualità e potere

Della liberazione sessuale ne vede anche la fine: ritiene che la liberazione è stata svuotata da un senso di “tolleranza falsa” che manipola il corpo per fini di mercato, spettacolarizzando corpi e desideri.

Per Pasolini, così come per Foucault suo contemporaneo, il potere non si limita a proibire ma crea un discorso sul sesso che lo regola. Riflessioni che poi verranno elaborate trent’anni dopo dalle teorie queer.

La morte violenta e le ombre della storia

La sua morte violenta all’idroscalo di Ostia, è stata la fine di un climax di odio omofobico. Ancora oggi, il caso Pasolini resta uno dei più mediatici della Prima Repubblica, rappresentando non solo la morte di un grande intellettuale, ma la quotidianità di una comunità marginalizzata.

In questo 50° anniversario, ricordiamo Pasolini non solo per il suo pensiero e la sua poesia, ma anche come rappresentante di una lotta che non è ancora conclusa. Continuiamo a batterci per un mondo più giusto e inclusivo. 


A cinquant’anni dalla sua morte, Pier Paolo Pasolini continua a essere una figura di forte dibattito nel panorama politico italiano, non solo per la sua produzione artistica, ma anche per le sue riflessioni tra sessualità e potere. La sua figura è complessa e controversa: critico nei confronti dei movimenti di liberazione dell’epoca (per esempio con il “FUORI!” che allora stava nascendo), ha comunque segnato la storia LGBTQIA+ italiana, sia nella sua vita che nella sua morte, avvolta ancora nel mistero.

Pasolini è stato un intellettuale che ha sfidato le convenzioni sociali dell’epoca e che per questo ha vissuto sulla propria pelle l’odio omofobico, come documentano gli attacchi quotidiani da parte della stampa conservatric. 

Nel ricordarlo, proponiamo anche una riflessione più ampia sulla storia LGBTQIA+ italiana: spesso frammentata e dimenticata, ma vitale per comprendere come il movimento si sia evoluto e come molte delle sue figure restino fuori da una cornice di senso più ampia. In una storia queer italiana ancora da riscoprire e analizzare, gli diamo il nostro saluto