Comunicato – Venti di medioevo: per Salvini i bambini possono restare senza famiglia

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Articolo scritto il 11 Aprile 2019

Venti di medioevo: per Salvini i bambini possono restare senza famiglia

Quando si gioca con i diritti dei più deboli, non si è più di fronte a scelte politiche, ma a vere proprie violazioni dei diritti costituzionali.

Con la decisione del ministro Salvini, le lancette dell’orologio tornano indietro di anni, ed i diritti civili, subiscono l’ennesima riduzione.

Nel dicembre 2015 si era deciso di modificare la precedente normativa inerente l’emissione delle carte di identità, utilizzando al posto di “madre” e “padre” il termine “genitore” che, nella sua neutralità, rispondeva meglio alle esigenze di dare pieno riconoscimento a tutte quelle situazioni familiari – non solo le famiglie arcobaleno – che nella precedente formulazione venivano automaticamente escluse.

Oggi, nonostante il parere contrario dell’ANCI e del Garante della Privacy, il governo, in pieno stile oscurantista e in totale aderenza alle ideologie medievali sostenute a Verona al congresso WCF, ripropone un approccio discriminatorio basato sull’esclusione anziché sull’inclusione di tutte e tutti.

È palese che questo cambio di rotta andrà a colpire proprio quei minori che si dovrebbero tutelare.

Per esempio, in caso venisse richiesta la carta d’identità valida per l’espatrio, dove è necessario che si presentino ambedue i genitori, alcuni minori non potranno ottenerla per l’impossibilità di inserire uno dei due genitori, in tutte quelle situazioni che non rientrano nella ristretta visione di famiglia prevista dall’attuale governo.

 

“Ci attendiamo che il Comune di Padova, che ha storicamente sempre saputo rispondere alle diverse istanze sociali, prenda una posizione ferma e tuteli i figli e le figlie di questa Città senza distinzioni.”

L’approccio di questo governo smentisce la recente giurisprudenza sia civile che costituzionale. È infatti ormai noto agli addetti ai lavori – esclusi gli attuali ministri evidentemente – che la Costituzione della Repubblica vieta discriminazioni che si fondino sull’orientamento sessuale (art. 3 Cost.), così come a TUTTE le famiglie, in quanto formazioni sociali (art. 2 Cost.) deve essere garantito un riconoscimento giuridico.

Quando si “gioca” con i diritti e con la dignità delle persone, in particolare con i diritti e la dignità dei minori, si esce dal perimetro delle legittime scelte politiche, e ci spinge oltre quel confine che la Costituzione ha tracciato proprio per impedire un ritorno al passato.

Un passato in cui, nel possibile conflitto tra le “diversità sociali”, si generava quella tensione, che è la premessa di ogni totalitarismo.

 

Sui diritti, indietro non si torna!

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