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Inaugurazione della Mostra “Non c’è nulla di più contagioso del male” di Watteo Della Libera

20 Novembre 2018 * 21:00 - 23:00

“Non c’è nulla di più contagioso del male” è un progetto di Watteo Della Libera nato a gennaio del 2017 che si inspira al film di Pier Paolo Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Le immagini rappresentate sulle tele rivestite di carta di riso, rivivono le scene della controversa pellicola con un occhio personale apprezzabile anche da chi il film non l’ha mai visto.La mostra avrà i seguenti orari.
Martedì (inaugurazione) alle 21
Mercoledi chiuso
Giovedì dalle 15 alle 19
Venerdì chiuso
Sabato dalle 15 alle 19
Domenica dalle 15 alle 19
Lunedì dalle 15 alle 19
L’artista
Matteo Della Libera, in arte Watteo, nato nel 1989 a Conegliano e residente a San Vendemiano, fin da bambino coltiva una passione per anime e manga cercando di inventarne, con i propri disegni, nuove versioni.
Nel 2004 si iscrive all’Istituto Statale d’arte di Vittorio Veneto. Qui scopre l’illustrazione iniziando a sviluppare un proprio stile ispirandosi ai disegni di Tim Burton e alle immagini surrealiste di Jacovitti. Si diploma nel 2008 in Arti della stampa ed inizia subito a lavorare come grafico pubblicitario. Parallelamente continua a sperimentare tecniche realizzando illustrazioni che riscuotono un discreto successo tra i bambini (e non solo).
Nel 2016 realizza delle commissioni in stile pop-surrealista, questo stile influenzerà anche le opere del nuovo progetto “Non c’è nulla di più contagioso del male”.
Il film
Salò o le 120 giornate di Sodoma esce nelle sale nel 1976 ed è l’ultimo film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini. L’idea di base s’ispira al libro del marchese de Sade “Le 120 giornate di Sodoma”.
“Ora tutto si è rovesciato. Primo: la lotta progressista per la democratizzazione espressiva e per la liberalizzazione sessuale è stata brutalmente superata e vanificata dalla decisione del potere consumistico di concedere una vasta (quanto falsa) tolleranza. Secondo: anche la “realtà” dei corpi innocenti è stata violata, manipolata, manomessa dal potere consumistico: anzi, tale violenza sui corpi è diventato il dato più macroscopico della nuova epoca umana. Terzo: le vite sessuali private (come la mia) hanno subìto il trauma sia della falsa tolleranza che della degradazione corporea, e ciò che nelle fantasie sessuali era dolore e gioia, è diventato suicida delusione, informe accidia”. Così si esprimeva il regista in un suo testo del 1975 pubblicato postumo.
Rilette oggi queste sue parole assumono un valore non solo chiarificatore sugli intenti di un film che cerca lo scandalo e insiste sui particolari più turpi senza mai compiacersene ma con lo scopo dichiarato di provocare una reazione morale alla presunta immoralità della sua opera. (MyMovies)
Le opere
Mentre il film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” mette in scena situazioni moralmente inaccettabili, le tele di “Non c’è nulla di più contagioso del male” si concentrano sui gesti, gli sguardi e sui dettagli poetici e a volte enigmatici della pellicola. I soggetti rappresentati non sono una copia delle inquadrature, ma una vera e propria rivisitazione personale che rielabora le immagini facendole proprie dell’artista.
I quadri sono realizzati con pittura ad acrilico su strati di carta di riso incollati alla tela.
La mostra si divide in 4 parti (come il film): l’“Antinferno” e 3 gironi. Ogni opera è stata intitolata con una frase tratta dalla scena che rappresenta. I quadri hanno quindi un ordine “cronologico” che rispetta gli avvenimenti del film.

Dettagli

Data:
20 Novembre 2018
Ora:
21:00 - 23:00