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VENERDÌ, 28 AGOSTO  ore 21 al Padova Pride Village  parleremo di Libertà d’espressione e omofobia con Giampietro Belotti (noto come Nazista dell’Illinois) e Stefano Sechi, vittima di omofobia a Torino e ideatore della campagna #OmofobiaStop. Qual è il confine tra libertà d’espressione (della quale si fanno paladini i movimenti delle Sentinelle in Piedi e di Manif Pour Tous) e un comportamento omofobo? Perché nel nostro paese si punisce l’ironia e s’ignora l’omofobia?

Giampietro è divenuto un simbolo della lotta ai nuovi movimenti omofobi e “ultra-cattolici” presentandosi in piazza a Bergamo, durante una veglia delle “Sentinelle” vestito da nazista dell’Illinois (una divertente citazione del fim The Blues Brothers), Mein Kampf in mano, col chiaro intento di deridere. Qualche fastidio legale (una poco accorta denuncia per “apologia del fascismo”) dopo e l’acclamazione a ironico paladino di una reazione trasversale ai movimenti familistici e omofobi  degli ultimi anni.stefano sechi luciana littizzetto #omofobiastop

Stefano Sechi è stato aggredito sull’autobus mentre rincasava dalla discoteca con un amico.  Stava chiacchierando quando un ragazzo, intuendo il suo orientamento sessuale, l’ha aggredito e insultato: “Froci di merda”. Da questo episodio e dalla volontà di non farsi intimidire dalla violenza e nata la campagna #OmofobiaStop da lui promossa assieme a Luciana Littizzetto e ad altri personaggi della tv e della politica. Una reazione positiva e civile a un’esperienza orribile. Delle sue ragioni Stefano dice: “Il mio caso è marginale, ma è un esempio di come in Italia esista un sentimento di discriminazione che sfocia anche in forme di violenza gratuita. Ad aver armato quel pugno è una società ignorante ed egoista. Così ho deciso di mettermi a disposizione per una causa comune, per tutti quei ragazzi, che come me, vivono costretti a subire aggressioni e soprusi”

 

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